Si intravede una strana dicotomia se pensiamo all’atteggiamento di politici ed esperti vari nei confronti dei genitori che sono al centro dell’attenzione solo se si tratta di dar loro consigli per essere più attenti, amorevoli, autorevoli. È proprio vero che per crescere un bambino ci vuole un villaggio?
Ce lo chiediamo perché, quando mamme e papà affrontano eroicamente la quotidianità e si guardano intorno in cerca di aiuto, spesso il villaggio sembra sparito. Lavorano davvero tanto dentro e fuori casa, si occupano dei figli con la complessità che questo impegno oggi comporta, accudiscono anziani, pagano le tasse, sono autentici ammortizzatori sociali, eppure sembra che portino sulle loro spalle la responsabilità di tutto ciò che non va, soprattutto in relazione ai bambini e ai ragazzi, ma anche a tanti altri problemi. Insomma, si tratta di scegliere se si pensa a loro come attori principali o come comparse. Non sarebbe il caso di iniziare ad andare incontro ai genitori invece di perder tempo a diagnosticare ciò che non va, per poi puntare il dito facendo della complessità e delle difficoltà una colpa? Nella scuola, prima agenzia educativa con cui la famiglia si relaziona, i genitori sono importanti o no? Per portare le proprie istanze e collaborare in virtù del loro primato educativo, o per muoversi come pedine dopo che portatori di altri interessi hanno tratto i dadi? Chi si impegna nella scuola non rimane attivo se riscontra che il proprio apporto è ininfluente. La denatalità è un problema da risolvere? Si può affermare che gli attuali e futuri genitori su questo tema hanno un ruolo determinante? Allora è il momento di sostenerli esplicitando, da parte dei rappresentanti politici, se la famiglia sia davvero ritenuta il pilastro fondante della società, se interessa, o se in realtà è un intralcio, perché i fatti svelano ancora ciò che per essa si continua a non realizzare.
Ci sono passi che meritano energia per un nuovo slancio: sono quelli dei genitori, quei quaranta milioni di persone sulle cui gambe ogni giorno l’Italia cammina. Saranno volano dello sviluppo se riconosciuti come protagonisti e coinvolti come tali ai tavoli in cui si discutono le misure e le leggi che li riguardano. Non sono ospiti, sono esperti con competenze e impegno concreti ed evidenti. I genitori desiderano costruire insieme al Paese le risposte urgenti ai bisogni della famiglia, che sono i bisogni di tutto il Paese, di fronte a cui anche le istituzioni dicano se ci stanno o no a lavorare davvero insieme.
Claudia Di Pasquale, presidente Associazione italiana genitori